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L’onorevole Emerenzio Barbieri del Popolo delle Libertà, ci illumina con attento e scrupoloso lavoro su quali sono i problemi urgenti da risolvere.
La “questione urgente ed inderogabile”… la ristorazione per i Parlamentari della Camera dei Deputati.
“…IL PROBLEMA è CAPIRE QUALI SONO I SERVIZI CHE ABBIAMO NOI RISPETTO AI NOSTRI COLLEGHI, ….FRANCESI , DANESI, EUROPEI…QUESTA E’ LA QUESTIONE”
“La ristorazione in certi giorni è davvero scadente!”
“..Ma c’è anche una questione più politica!”
“alle riunioni internazionali, i senatori vanno in business e noi deputati in economica, ma non ritenete che sia una cosa da valutare questa ?” (min 4:29 del video NDR)
Poveri parlamentari, prendono 7-800 euro in meno dei Senatori, rischiano di impoverirsi! GRAZIE DELLA SUA AUDIZIONE ONOREVOLE BARBIERI!!
Camera dei deputati, Mercoledi’ 23 Luglio 2008
TAM TAM DELL’ONESTA’ TRAMITE WEB.
Questo post è più importante di altri. Questo post lo dedico a tutti quelli che hanno scelto definitivamente da che parte stare. Che hanno scelto di non arrendersi, di non lasciarsi ridurre al silenzio.
Oggi la rete si sta trasformando, il web è diventato web2.0, ma la cosa che più è sorprendente è che la gente sta diventando gente2.0 !!
In rete, su internet, sta nascendo il nuovo rinascimento, Rinascimento2.0 !!
Molti cittadini in tutte le parti di Italia, stanno schierandosi dalla parte dell’onestà, dalla parte di Pino Masciari.
Ogni cittadino che ha dimestichezza col web, fà la sua parte, chi manda una mail, chi scrive sul suo blog, chi fà un video e lo pubblica.
Chi semplicemente visita il blog di Pino Masciari e ci lascia un commento. Vi ricordo che Pino sta rischiando la sua vita per l’onestà e per la democrazia di questo paese, per tutti noi, e noi dobbiamo schierarci accanto a lui come nessun politico e nessuna istituzione ha voluto ne saputo fare.
Lasciare un commento, girare una mail, fare un video, scrivere su un blog allungherà la vita di Pino di un giorno, ancora un giorno in più.
Vorrei che tutti voi faceste un gesto e decideste di essere parte di questo grande movimento senza etichette.
Raccogliete l’invito per dedicare qualche byte alla storia di Pino Masciari. Vi chiedo la fatica di leggere fino in fondo queste righe, se il monitor vi dà fastidio copiate e incollate il post su word e stampatelo.
Fate girare la voce: nei vostri blog, scrivetelo sui giornali gratuiti che ogni giorno passano decine di persone, fatevi sentire i mezzi ci sono.
Fate copie del volantino e mettetelo nelle cassette della posta dei vicini.
Parlatene nelle scuole, commentate i blog dove si parla di Pino Masciari.
Presto vi farò un elenco degli aggiornamenti del Rinascimento2.0 sul web.
AndreaTj “Masciari”
contatti del Rinascimento2.0
www.antenneattive.org La Televisione che fai tu !!
L’IMPRENDITORE CALABRESE GIUSEPPE (PINO) MASCIARI TESTIMONE
DI GIUSTIZIA LASCIA LA LOCALITA’ PROTETTA SENZA SCORTA PER
RECARSI IN CALABRIA COME FORMA ESTREMA DI PROTESTA IN
ATTESA DELLA RISPOSTA DELLE ISTITUZIONI E
CONTEMPORANEAMENTE CHIEDE PER LA FAMIGLIA ASILO POLITICO O
ADOZIONE AD ALTRO STATO:
Sono un imprenditore calabrese che non si è piegato al racket, che ha denunciato, fatto arrestare e condannare decine di appartenenti al sistema `ndranghetista con le sue collusione all’interno delle Istituzioni. Inserito nel Programma Speciale di Protezione a partire dal 17 Ottobre 1997, portato via dalla Calabria e da allora sprofondato in un tunnel senza via d’uscita: in questi 11 anni non si contano i comportamenti omissivi tenuti dalle Istituzioni preposte alla mia protezione, contrari alla legge e prima ancora alla dignità della persona. Abbandonato al mio destino insieme con la mia famiglia, isolati, esiliati dalla propria terra, privati delle imprese edili e del proprio lavoro (mia moglie è un medico-odontoiatra).
Prima mi hanno tolto il pane, poi mi hanno tolto la libertà, infine la speranza.
Dopo 11 lunghi anni di attesa e di fiducia nelle Istituzioni oggi devo ammettere che non ci sono le condizioni perché la mia famiglia continui a restare ancora in Italia considerando la situazione di abbandono e l’assenza dei settori preposti alla protezione, che sarebbe dovuta avvenire in modo vigile e costante nella località (per così dire) protetta.
La conclusione è che mi ritrovo facile bersaglio insieme alla mia famiglia della vendetta mafiosa, nell’allarmante contesto di ‘ndrangheta, acceso e dilagante.
Pertanto chiedo formalmente al Presidente del Consiglio Romano Prodi, al Ministro dell’Interno
Giuliano Amato e al Viceministro dell’Interno Marco Minniti con delega alla Commissione Centrale ex art. 10 L. 82/91 di risolvere tempestivamente prima della consultazione elettorale la mia annosa vicenda, garantendo il diritto al lavoro e la sicurezza presente e futura per me e la mia famiglia.
Contemporaneamente chiedo formalmente ad una qualsiasi delle Nazioni dell’Unione Europea o
altra Nazione l’ADOZIONE della mia famiglia, per mia moglie ed i miei due figli, perché si prenda
cura di loro con la dovuta sicurezza.
Io no! Scelgo di rimanere nel mio paese, a rischio della vita, per proseguire la strada della
denuncia civile e legale dell’impotenza delle Istituzioni, che alle parole non fanno seguire i fatti
concreti e per raccontare la verità sulla lotta alla mafia in Italia: chi non scende a compromessi con le dinamiche mafiose deve essere fatto fuori, in un modo o nell’altro.
Lascio dunque in data odierna la località protetta per arrivare in Calabria ed affrontare quello
che sarà il mio destino, mantenendo almeno fino in fondo la dignità che in questi anni ho difeso
dagli attacchi prima della `ndrangheta e poi delle Istituzioni. Poi sarò davanti ai “Palazzi” di Roma e al TAR del Lazio dove giace vergognosamente arenato da più di tre anni il ricorso contro lo Stato che mi ha revocato ingiustamente il programma di protezione, che equivale alla condanna a morte.
Lo farò in giro per l’Italia, fiducioso di trovare al mio fianco i tanti cittadini, associazioni, gruppi e Meetup, le forze sane delle istituzioni e della politica che ho incontrato in questi lunghi anni, che condividono la mia scelta e che si riconoscono nei valori della legalità e della giustizia.La COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA, già nella scorsa legislatura, la
quattordicesima, aveva analizzato ed esaminato approfonditamente “il caso dell’imprenditore
Giuseppe Masciari”, riconoscendo le ragioni di quanto esposto, si rimanda ai seguenti documenti:
Approvazione della Relazione del Comitato TESTI del 9 marzo 2005- Resoconto Stenografico
della 69° seduta del 14 giugno 2005 – approvazione della Relazione di Minoranza del 18 gennaio
2006, pag. 72 “Testimoni di giustizia: una risorsa umiliata”).
L’attuale COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA, quindicesima legislatura, nella Seduta di
martedì 19 febbraio 2008 ha approvato la Relazione annuale sulla ‘ndrangheta (Rel. On.
Forgione) e la Relazione sui testimoni di giustizia (Rel. On. Napoli), che ha fatto emergere “le
gravi cadute di efficienze del sistema di protezione dovute spesso a inettitudine, trascuratezza ed irresponsabilità” per questo “Lo Stato recuperi il terreno perso nei confronti di chi ha mostrato di possedere uno spirito civico esemplare”. Ha riconosciuto il rispetto dei diritti dei testimoni di giustizia, risorsa da premiare e non da umiliare. Nella relazione sulla `ndrangheta ha dichiarato la pericolosità mondiale di tale struttura criminale.
Le Istituzioni, la politica, Confindustria, raccolgono collezioni di buone intenzioni cui non seguono fatti concreti. Non ho bisogno di pacche sulle spalle, ma di sicurezza, impiego e futuro per me e soprattutto per la mia famiglia.
Se si permette che chi ha scelto di stare dalla parte della Giustizia maturi solo disagi diventando
esempio tangibile del fallimento di una rapida risposta dello Stato, ciò non rappresenta una
sconfitta solo per Pino Masciari, ma una sconfitta per l’Italia intera, una vittoria per la `ndrangheta, che ha continuato e continua a fare imprenditoria moltiplicando i suoi guadagni, tanto è vero che in Calabria ha un bilancio di 35 miliardi di euro sporchi, mentre al sottoscritto non gli viene restituito il diritto di ritornare a fare l’imprenditore. Addirittura il Ministero dell’Interno con delibera del 28 luglio 2004, così afferma: “non consente di autorizzare il rientro del testimone di giustizia Masciari Giuseppe e del suo nucleo familiare nella località di origine ritenuto che sussistono gravi ed attuali profili di rischio”.
Una sconfitta per lo Stato Italiano, un messaggio devastante per chi domani si trovasse a decidere se denunciare o abbassare la testa di fronte alle intimidazioni mafiose. .
Confermo fino alla fine e con fermezza che non ho alcun rimpianto per ciò che ho fatto, perché
ritengo che la denuncia sia atto doveroso di ciascun cittadino che appartenga ad uno Stato che
possa ancora considerarsi di diritto.
Lì 31 marzo 2008 f.to Giuseppe (Pino) Masciari
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