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La legge finanziaria 2008 ha varato il provvedimento che finanzia al 100% la realizzazione di mini impianti eolici e impianti a biomasse fino ad 1 Mw.
Oggi realizzare un impianto domestico di produzione di energia elettrica dal vento (micro eolico) può rappresentare una grossa occasione per milioni di famiglie.
L’impianto si ripaga da sè grazie a un premio (30 centesimi per 15 anni) per ogni kilowatt prodotto che è addirittura maggiore di quello stabilito per i pannelli solari che producono elettricità.
Grazie a questo finanziamento del conto energia eolico i cittadini che installano sul tetto o in giardino un impianto di questo tipo hanno energia elettrica gratis e un premio che è superiore al costo dell’impianto e del finanziamento bancario, senza dover tirar fuori un euro.
Si possono installare anche impianti eolici piccolissimi con pale di diametro inferiore ai due metri sostenuti da pali di qualche metro con una produzione massima di un kilowatt.
Il costo di un piccolo impianto eolico che produce un kilowatt all’ora varia dai 2.500 ai 5.000 euro.
Un impianto di un kilowatt è in grado di coprire il consumo medio di una famiglia composta da tre persone.
Anche il settore legato alla produzione di biogas da biomasse di origine agricola con impianti di piccola taglia (1 Mw) è molto interessante e rappresenta una grande occasione per gli agricoltori, le amministrazioni pubbliche e le aziende per la gestione dei rifiuti urbani.
Un esempio, dalla coltivazione di un ettaro di sorgo da fibra (ciclo colturale: aprile – agosto) si possono ricavare circa 12.600 metri cubi di biogas (metano).
Dal blog FirenzeinBici
La nuova gestione del Ministero dell’Ambiente mi pare molto diversa dalla precedente: più sobria e allineata alle decisioni, a volte opinabili, degli altri ministeri.
La questione di oggi è l’impegno che l’Unione Europea si è presa per combattere i cambiamenti climatici. Dietro alla formula 20-20-20, la UE si è impegnata per il 2020 a ridurre del 20% le emissioni di gas serra, di aumentare la produzione di energia da fonti alternative del 20% e di ridurre i consumi del 20%: un impegno importante con ovvi obiettivi intermedi vincolanti per i Paesi membri (e senza obiettivi e penalizzazioni, chi ci si impegnerebbe?).
Da qualche giorno il nostro governo sta chiedendo di rivedere (al ribasso) questo impegno a causa della recessione e dei costi elevati (almeno così dicono) per il nostro Paese. Interviste rilasciate ad alcuni giornali tracciano una situazione di possibile distruzione dell’industria italiana a causa di questo impegno.
Io mi auguro, per me, per voi e per quelli che verranno dopo di noi, che non diano ascolto ai nostri governanti e che si vada avanti a tutta forza. Perché? Provate a fare un giro in centro: c’è gente in maglietta, bermuda e infradito, e siamo il 20 ottobre, non il 20 maggio. Cercate di ricordare quanti uragani si sono abbattuti sul golfo del Messico negli ultimi 2-3 mesi (e tutti con il fiato sospeso per la sorte delle piattaforme petrolifere, non per i poveri Haitiani).
Il protocollo di Kyoto è probabilmente un impegno troppo lieve per produrre cambiamenti in meglio, e ben venga la UE che porta avanti, unilateralmente, una simile decisione.
La difesa dello “status quo” produttivo è miope, perché guarda al subito e non al domani. Il petrolio, che lo voglia il governo o no, è destinato a finire, così come il carbone e l’uranio che, purtroppo, oggi è tornato di gran moda. Investire in nuove tecnologie e nuove fonti energetiche portano nuova ricchezza, senza contare l’occupazione generata per migliorare l’efficienza energetica degli edifici (dove si disperde gran parte dell’energia).
Per fare un altro esempio, la FIAT oggi vende il 70% delle auto benzina-metano che si immatricolano in Europa. Un auto a metano produce mediamente il 20% di CO2 in meno di una equivalente a benzina e fa risparmiare chi la usa: di chi sono gli interessi difesi dal governo?
Ho scoperto che è possibile acquistare un’auto col motore fuso ma ancora in ottime condizioni e modificarla trasformandola in un’auto elettrica. Cambi il motore, quello elettrico è molto più leggero. In compenso ci devi mettere le batterie. Esistono già procedure standard internazionali per queste modifiche, realizzate sull’esperienza di centinaia di mezzi modificati.
Si fa in molte parti del mondo, poco in Italia.
Ho cercato di capire quali potrebbero essere orientativamente i prezzi.
Vi riferisco quel che ho tirato fuori da una serie di conversazioni con esperti del settore.
Innazi tutto è stato già risolto il problema essenziale dell’omologazione del mezzo. Problema che si pone in quanto in Italia non è ammessa la modifica di un automezzo. Però esiste il Tuv tedesco, ente di certificazione, anche a Bologna, e con 1600 euro si può immatricolare il mezzo in Germania il che ti dà il diritto di circolare in tutta Europa (in Italia abbiamo come al solito una legge cretina fatta per favorire la Fiat). E per inciso puoi anche scaricare l’acquisto sulle tasse che paghi in Italia. Essere europei è meglio!
Inoltre il collaudo dell’auto da parte del Tuv è una grossa garanzia in quanto il Tuv analizza l’efficienza delle modifiche. Quindi oltre alla nostra certificazione preventiva sulla professionalità delle auto officine, ne avremo una specifica su ogni singola auto. E credo che siano 1600 euro ben spesi per via che dei tecnici tedeschi omologati credo ci si possa fidare.
Ovviamente sto parlando di produrre in piccola serie un mezzo strepitoso. C’è auto elettrica e auto elettrica…
E noi modestamente abbiamo l’elettricità nel sangue e quindi non ci accontentiamo di scatorci.
Stò parlado di un’utilitaria con 150 km di autonomia a 100 all’ora, silenziosissima, con copertura in pannelli solari fotovoltaici ad alta resa, super batterie, meccanismo per il recupero dell’energia della frenata e della discesa, luci a led (ulteriore risparmio energetico). La ricarichi come un cellulare, attaccando la prolunga autoavvolgente a una normale presa elettrica. Fai cento chilometri con poco più di un euro di corrente perché il motore elettrico è molto più efficiente. E si lascia il meccanismo del cambio che riduce notevolmente il dispendio di energia. Inoltre il pannello solare sul tetto e sul cofano ti dà sempre un po’ di energia.
Per ricaricare completamente le batterie ci impieghi 8 ore. Con un’ora di ricarica ci fai 20 km.
Se c’è il sole di più.
Un’utilitaria così dovrebbe costare intorno ai 15 mila euro.
Una Volvo station wagon con eguali caratteristiche verrebbe sui 22 mila euro. Il trucco è proprio che si usano auto usate col motore andato. Paghi solo la carrozzeria e le prendi per poche migliaia di euro.
Questo però è vero solo teoricamente. I prezzi attuali sono più alti di 10 mila euro e più perché se compri un solo set di batterie per volta le paghi il doppio. Un set di batterie per un’auto media, che pagheresti 8 mila euro lo paghi 16 mila euro. Le batterie sono la componente oggi più costosa del’auto. Lo stesso problema vale per le officine artigianali che eseguono questi lavori: fare un’auto per volta è molto più caro e faticoso che programarne 20 contemporaneamente.
Organizzando una minima economia di scala negli acquisti progetto dei componenti e nella gestione del sistema si potrebbero ottenere risparmi consistenti in ogni settore.
Ci sono le aziende in grado di realizzare le auto, ci sono i tecnici capaci di progettare, ci sono i prototipi funzionanti realizzati da questo gruppo. Manca il prodotto chiavi in mano a un prezzo ragionevole.
E quando io vedo una possibilità così davanti sapete che non resisto.
Mi sono trattenuto in questi mesi soffrendo come un cane.
Non potevo aprire bocca fino a che il fotovoltaico non decollava.
Ma adesso che funziona spero che altri inizieranno a fidarsi del sistema dei gruppi di acquisto e a collaborare per migliorare le proposte e espanderle.
Siamo davanti a una meravigliosa, sconfinata prateria.
Il territorio vergine delle ecotecnologie ci attende e ci permetterà di dar vita a un colossale cambiamento economico, ecologico, culturale e energetico.
Cosa aspettiamo?
Ho quindi aspettato una settimana per pensarci su e adesso mi sono deciso ad aprire un pre-gruppo di acquisto per vedere se c’è interesse da parte di un numero sufficiente di persone o aziende a comprare un’auto elettrica pagandola dopo che il Tuv tetesco l’ha certificata (i soldi della caparra li teniamo in mano noi, se l’auto che hai ordinato non funziona li riprendi).
Pre-gruppo vuol dire che NON sono in grado di darti una macchina dopodomani.
Ma prima di iniziare a trattare con manager, ingegneri e meccanici ho la necessita di avere idea se c’è realmente qualcuno interessato.
Chiarisco questo in modo petulante perché ho visto cosa è successo nel solare fotovoltaico.
Ora finalmente la macchina è partita, 220 impianti sono in fase di progettazione dettagliata, 40 sono in fase di costruzione e 3 sono stati ultimati. Ma ce ne è voluta. Capisco chi si è scocciato di aspettare ma le cose stanno così, per costruire in sicurezza tocca andare piano.
Lo stesso vale per il gruppo d’acquisto per il solare termico e le caldaie. Qui stiamo solo contrattando con gli instalatori (e è dura). Sull’eolico e le biomasse non abbiamo neppure aperto le liste di preadesione perché ci sono grosse difficoltò a trovare la tecnologia giusta, soprattutto su piccola scala, sui mega impianti non abbiamo problemi.
Il gruppo d’acquisto per il Segway, il monopattino con le ruote parallele, è ai primordi, siamo solo a quota 3 aderenti.
Insoma consociare gli acquisti nella fase iniziale è molto difficile e forzatamente si tratta di un processo lento. Quindi cerco aderenti pazienti. Il nostro prim obiettivo è un acquisto certificato e affidabile. Quindi per prima cosa dovremo costruire il primo esemplare, provarlo ecetera.
Quindi c’è tempo.
Ma in questo caso, siccome non se c’è interesse, mi muovo solo se c’è un’adesione superiore alle 20 persone. Diciamo che ha senso muoversi se siamo in 100, bisogna sempre calcolare che molti possono poi cambiare idea. Ovviamente se e quando riusciremo ad arrivare a un’offerta conveniente chiederemo una caparra.
Nel mio progetto dentro il pacchetto dovrebbe esserci anche un sistema di finanziamento bancario o di leasing.
E vorrei anche mettere un ingegnere come si deve a progettare qualche miglioria sull’auto.
Ad esempio vorrei dotarla di serie di antifurto satellitare, vetri e componenti numerati col getto di sabbia indelebile (abbassa il costo dell’assicurazione antifurto) alleggerire la carrozzeria, aggiungere una presa di corrente standard, e tutta una serie di piccoli confort da studiare.
Insomma se la storia ti piace invia una mail specificando se desideri un’utilitaria, un modello medio o una station vegon. (non potremo avere una grossa scelta, o Volvo o Volkswagen).
Ok, questo è quanto.
Aspetto le mail di adesione a info@alcatraz.it
Ps
Ovviamente se hai 400 mila euro che non sai come investire, oppure sei un manager di chiara fama, avresti la possibilità di creare da subito la società in grado di gestire tutta l’operazione appoggiandosi alle officine efficienti che già esistono ma sono scollegate, non coordinate, prive di un ufficio acquisti collettivo e di un servizio di marketing. Manca loro un sistema di finanziamento al consumo e di offrire il prodotto chiavi in mano già omologato.
Credo che con il petrolio a 130 dollari al barile (ci arriveremo tra poco) l’auto a benzina castomizzata (in gergo si dice così) con un motore elettrico elettrica abbia un’attrazione enorme, anche perché offre un risparmio di costo al chilometro del 90% (grazie anche all’integrazione a panneli solari).
Utile netto dell’impresa, stimato in 5 anni, 20 milioni di euro.
dal blog: www.nrglab.it/
Cos’è
E’ l’erede dei vecchi mulini, sfrutta l’energia del vento per produrre energia meccanica o elettrica.
Vengono considerate MICRO le macchine eoliche che generano potenze fino a 20 kW destinate all’autoconsumo di energia e le macchine da 20 a 100 kW, che sono considerate di uso “industriale”.
Per analogia con l’idroelettrico vengono considerate MICRO le macchine eoliche di potenza nominale non superiore ai 100 kW, tenendo presente che quelle fino a 20 kW sono destinate all’autoconsumo di energia, mentre quelle di potenza superiore sono considerate Officine Elettriche (decreto 504 del 1995) per la produzione industriale di energia e sono soggette a un apposito regime normativo e fiscale.
L’energia eolica è una risorsa fornita dal Sole; il vento si crea principalmente per le differenze di temperatura tra la terra l’aria e il mare, e tra le calotte polari e l’Equatore.
A cosa serve
A produrre energia elettrica o meccanica; utile per utenze isolate o collegate alla rete elettrica.
L’energia prodotta con macchine eoliche di piccola taglia, singole o collegate tra loro, è generalmente utilizzata sul posto. Macchine eoliche non connesse alla rete elettrica possono alimentare utenze isolate come ad esempio sistemi di telecomunicazione, stazioni di pompaggio, utenze rurali e isole; in questi casi l’energia prodotta e non consumata viene immagazzinata in un sistema di accumulo formato, nella maggior parte dei casi, da batterie.
Macchine eoliche allacciate alla rete elettrica di bassa tensione possono integrare l’energia prodotta con l’energia della rete elettrica oppure vendere alla rete l’energia prodotta (la vendita di energia è consentita solo per macchine eoliche di potenza nominale superiore ai 20 kW).
Come funziona
Le pale delle macchine eoliche vengono messe in rotazione dal movimento dell’aria. L’energia così ottenuta può azionare generatori elettrici (in questo caso si dicono aerogeneratori) o azionare macchine operatrici quali ad es. le pompe (in questo caso si dicono aeromotori).
Le pale della macchina (comunemente tre) sono fissate su un mozzo e nell’insieme costituiscono il rotore che normalmente si posiziona controvento. Il mozzo, a sua volta, è collegato a un albero sul quale è posizionato un freno a valle del quale si trova il generatore elettrico da cui dipartono i cavi elettrici diretti alle utenze da alimentare o alla rete. Tutti questi elementi sono ubicati in una cabina detta navicella o gondola la quale a sua volta è posizionata su di un supporto-cuscinetto, orientabile in base alla direzione del vento. La navicella viene completata da un sistema di controllo di potenza, che interrompe il funzionamento della macchina in caso di vento eccessivo. Un timone posto in coda garantisce la migliore posizione della navicella in relazione alla direzione del vento. L’intera navicella è poi posizionata su di una torre che può essere a traliccio, tubolare o ad aste strallate.
Gli aspetti caratteristici che differenziano una tipologia di macchina da un’altra, indipendentemente dalla taglia di potenza e quindi di dimensione, sono i seguenti:
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sistema di controllo della potenza: a passo o a stallo;
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velocità del rotore: costante o variabile;
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presenza o assenza del moltiplicatore di giri.
Prerequisiti utente
La macchina eolica deve essere installata in un luogo ventoso, quelle attualmente in commercio necessitano di una velocità minima del vento di circa 3 metri al secondo per poter entrare in funzione.
La potenza estraibile dal vento per mezzo di un aerogeneratore cresce all’aumentare della velocità del vento e dell’area spazzata dalle pale; dipende inoltre dalla densità dell’aria, funzione delle caratteristiche condizioni meteo del luogo.
Per valutare l’effettiva potenzialità di un impianto è indispensabile conoscere le ORE EQUIVALENTI annue di funzionamento alla potenza nominale, tale parametro è determinato da:
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distribuzione di frequenza della velocità del vento;
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curva di durata della velocità del vento;
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distribuzione di frequenza della velocità del vento.
Per determinare le ore equivalenti di un impianto in un sito è possibile svolgere delle campagne di misura sul posto o consultare l’Atlante Eolico; in Italia le zone favorevoli sono situate al centro-sud e sulle isole.
Gli impianti micro-eolici di potenza non superiore ai 20 kW generalmente non sono soggetti a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), è però opportuno che il soggetto intenzionato a realizzarli si informi presso la propria Regione o Provincia per conoscere la normativa in vigore.
Le macchine eoliche di potenza superiore ai 20 kW sono assoggettate a verifica di esclusione dalla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, quindi i siti di installazione vanno selezionati tenendo in considerazione i vincoli ambientali, archeologici, demaniali esistenti.
Quanto costa
Il costo per installare un sistema completo di un aerogeneratore decresce in funzione della potenza installata: circa 1000 € al kW per impianti intorno ai 100 kW e può raggiungere 5000 € al kW per impianti molto piccoli di alcune centinaia di watt.
Il costo per installare un sistema completo di un aerogeneratore di 20 kW di potenza è circa 1.500/1.800 €kW
Per macchine di potenza compresa tra 10 e 20 kW il costo di un sistema installato “chiavi in mano” varia dai 2000- 2500 € per kW installato. Per macchine di taglia più piccola (centinaia di watt- pochi kW) esso può raggiungere 4000 – 5000 € per kW installato.
I costi di gestione e manutenzione crescono con il tempo: anni 1-10, ~ 2% ; anni 10 – 20, ~ 3% (% sull’investimento).
Incentivi economici
Incentivi nazionali
Un impianto eolico fino a 20 kW beneficia dal 13 Febbraio 2006 del regime di scambio sul posto tra l’energia prodotta dall’impianto e quella consumata attraverso la rete elettrica.
Impianti eolici oltre i 20 kW godono di un regime di incentivazione costituito sostanzialmente dalla possibilità di emettere certificati verdi e certificati RECS, che attestano la produzione di energia elettrica da impianti alimentati da fonti rinnovabili.
Incentivi regionali: cerca sul sito della tua regione
Impianti eolici di potenza non superiore a 20 kW
Dal 13 febbraio 2006 tutti gli impianti alimentati da fonti rinnovabili con potenza fino a 20 kW possono accedere al meccanismo di scambio sul posto dell’energia elettrica prodotta, cioè la possibilità di cedere alla rete elettrica locale la produzione da fonte rinnovabile e di prelevare dalla stessa rete i quantitativi di elettricità nelle ore e nei giorni in cui gli impianti rinnovabili non sono in grado di produrre; tutto ciò pagando solo la differenza, su base annua, tra i consumi totali del cliente e la produzione del suo piccolo impianto.
Impianti micro-eolico di potenza nominale superiore a 20 kW fino a 100 kW
Sono impianti a cui è concesso di autoconsumare l’energia prodotta, ma anche di venderne le eccedenze. Sono considerati Officine Elettriche e quindi è richiesta denuncia all’Ufficio Tecnico di Finanza, con la conseguente imposizione fiscale. Gli incentivi interessano la vendita dell’energia e sono uguali a quelli di cui godono anche gli impianti di taglia maggiore, e cioè:
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priorità di dispacciamento (priorità di transito dell’energia sulla rete) in quanto impianti da Fonti Energetiche Rinnovabili.
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possibilità di ottenimento dei Certificati Verdi (Dlgs 16 Marzo 1999n. 79, Decreto 11 Novembre 1999 n. 292, Decreto 24/10/05 n.265) per i primi otto anni di esercizio dell’impianto, qualora la produzione di energia elettrica annua superi i 25 MWh (Ogni Certificato Verde ha il valore di 50 MWh, ma viene concesso dal GRTN adottando il criterio commerciale di arrotondamento, e può essere commercializzato in un apposito mercato).
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possibilità di ottenimento e relativa vendita dei certificati RECS, del valore ciascuno di 1 MWh di energia prodotta
Benefici
Benefici economici
Gli impianti per autoconsumo possono risultare economicamente convenienti per alimentare utenze isolate in zone ventose.
Gli impianti molto più grandi riescono a sfruttare economie di scala e incentivi alla produzione di energia elettrica che ne fanno la tecnologia più competitiva rispetto alle fonti tradizionali.
Benefici ambientali
La produzione di energia elettrica attraverso generatori eolici esclude l’utilizzo di qualsiasi combustibile, quindi azzera le emissioni in atmosfera di gas a effetto serra e di altri inquinanti.
L’energia impiegata nel processo di fabbricazione degli impianti viene recuperata in pochi anni di funzionamento.
Il micro-eolico rispetta l’ambiente perchè ha dimensioni contenute e non disturba il paesaggio.
Dimensionamento
Il dimensionamento di un impianto domestico (max 20 kW dwstinato all’autoconsumo) è funzione di:
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ventosità del sito;
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area disponibile per la macchina eolica;
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energia utilizzabile dalle utenze;
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capitale disponibile di chi fa l’investimento.
Anche se la ventosità del sito e lo spazio a disposizione consentono di installare potenze elevate, bisogna tenere in considerazione l’effettivo fabbisogno energetico dell’utenza che si intende servire, poichè l’energia elettrica prodotta e non consumata non gode della tariffa incentivante prevista dallo scambio sul posto.
I rotori più piccoli adatti a minime applicazioni domestiche, si attestano attorno a una potenza di 500W a cui corrisponde un diametro minimo del rotore pari a poco più di un metro, fino ad arrivare a 8 metri per taglie da 15 a 20 kW.
Il dimensionamento degli impianti di potenza nominale superiore ai 20 kW viene fatto per sfruttare al massimo il vento e lo spazio a disposizione e quindi per massimizzare la quantità di energia prodotta e immessa in rete.
Gli aerogeneratori fino a 100 kW di potenza sono dotati di rotori di diametro fino a 20 metri e possono raggiungere 20 metri di altezza.
Componenti
Una macchina eolica è molto semplice ed è composta da:
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Rotore (pale);
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Torre di sostegno;
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Moltiplicatore di giri.
Se la macchina viene utilizzata per produrre energia elettrica è composta anche da:
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Generatore;
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Sistema di controllo;
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Trasformatore.
Per l’alimentazione utenze isolate occorrono:
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Batterie di Accumulo;
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Inverter DC/AC (corrente continua/corrente alternata);
-
Carica batterie (convertitore AC/DC) e sistema di controllo.
Per il collegamento alla rete elettrica deve essere provvista di:
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Quadro elettrico completo di dispositivo di interfaccia alla rete elettrica di bassa tensione;
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Sistema di controllo del parallelo alla rete elettrica di bassa tensione;
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Inverter AC/DC/AC.
Rappresentazione schematica di un aerogeneratore.
Tempo di vita dell’impianto
Il tempo di vita di un impianto ammonta a circa 20 anni.
Alternative teconogiche
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Generatori ad asse orizzontale.
-
Generatori ad asse verticale.
Generatori ad asse orizzontale
Esistono diverse configurazioni di turbine eoliche ad asse orizzontale: monopala, bipala, tripala, multipala. All’aumentare del numero di pale diminuisce la velocità di rotazione, aumenta il rendimento e cresce il prezzo.
La maggior parte delle turbine costruite attualmente è ad asse orizzontale, a tre pale, caratterizzate da una coppia motrice più uniforme (con sollecitazioni minori e quindi di durata maggiore), energia prodotta leggermente superiore (cioè rendimento maggiore in linea di principio), nonchè, minore disturbo visivo, in virt? di una minore velocità di rotazione.
Generatori ad asse verticale
La macchina Savonius caratterizzata da un rendimento globale molto basso (20% dell’energia posseduta dal vento) lavora bene con venti deboli ma il suo rendimento crolla con venti forti. » molto robusta e ha una forte coppia di spunto che ne consente l’avviamento con venti debolissimi.
La macchina Darrieus è caratterizzata da grande semplicità di costruzione e da alto rendimento che si attesta intorno al 40% dell’energia del vento, e riesce a combinare i vantaggi della macchina Savonius e delle pale aerodinamiche delle macchine ad asse orizzontale. Il regime di rotazione è molto elevato mentre la coppia di spunto molto bassa non permette a questa tipologia di macchine di avviarsi spontaneamente.
Schema di funzionamento e confronto di alcune tipologie di aerogeneratori.
Modalità di utilizzo
L’impianto funziona in modo autonomo senza richiedere interventi operativi. Periodicamente occorre verificare il buon funzionamento di tutti i componenti. Per gli impianti da qualche decina di kW si procede annualmente a una verifica di corretto funzionamento.
Domande frequenti
Sostituisce il collegamento alla rete?
Solo gli impianti situati in luoghi molto ventosi e dotati di un accumulo adeguato possono garantire un buon livello di servizio senza un collegamento alla rete elettrica, ma questa soluzione è conveniente solo per applicazioni molto particolari (ad es. pompe) o per utenze difficilmente raggiungibili dalla rete elettrica.
E se va via il vento?
L’energia viene integrata da appositi accumuli o dalla rete.
Testi conigliati
Eolico: paesaggio e ambiente
Gianni Silvestrini e Mario Gamberale
2004 Franco Muzzio Editore
Collana Energie
Le vie del vento
Tecnica, economia e prospettive del mercato dell’energia eolica
Luciano Pirazzi e Roberto Vigotti
2004 Franco Muzzio Editore
Collana Energie
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