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“Questo strumento – sottolinea il sindaco Giordano Conti – rappresenta un passo importante per l’Amministrazione Comunale che ha l’obiettivo di mettere a punto un piano di risanamento del territorio, per eliminare completamente la presenza di amianto. E’ bene ricordare, in ogni caso, che i materiali contenenti amianto, come l’eternit, non sono di per sé pericolosi: se sono in buono stato, è piuttosto improbabile che costituiscano pericolo per la salute; invece, se le superfici diventano friabili ed iniziano a sfaldarsi (a causa di urti, pioggia o altri agenti esterni), è necessario rimuoverle seguendo particolari precauzioni”.
“Occorre, però, sapere che l’eternit – precisa l’assessore all’Ambiente Severino Bazzani – non può essere trattato come gli inerti (macerie). Per il suo smaltimento bisogna attenersi a precise regole. Chi non le rispetta rischia le pesanti sanzioni previste per l’abbandono e lo smaltimento abusivo; per i casi più gravi, è previsto addirittura l’arresto”.
In base al nuovo Regolamento di gestione del servizio rifiuti urbani nei Comuni dell’Ambito Territoriale Ottimale Forlì-Cesena, si può conferire gratuitamente a Hera fino a 300 Kg. di materiale contenente cemento-amianto all’anno.
I materiali, rimossi nel completo rispetto delle procedure sopra elencate, potranno essere smaltiti telefonando direttamente al call center oppure portandoli direttamente a una delle Piattaforme Ecologiche Attrezzate (P.E.A.) del Gruppo Hera. A Cesena ci si può rivolgere alla Piattaforma Ecologica Attrezzata di via Comunale Sorrivoli 720 (giovedì dalle ore 10,00 alle ore 12,00).
Il cittadino che intende consegnare i materiali contenenti amianto a Hera dovrà inoltre dichiarare, sotto la propria responsabilità, che i materiali sono stati trattati e confezionati nel rispetto delle procedure, controfirmando una nota, che si può richiedere a Hera. Quest’ultima si riserva di ritirare i materiali previa verifica sul corretto trattamento e confezionamento. In caso di non conformità, i materiali non saranno accettati.
Se non si è in grado di conferire i materiali con mezzi propri, i materiali ci si può rivolgere telefonicamente a Hera, che provvederà a ritirarli.
Per informazioni sui giorni di conferimento dei materiali, o per richiedere il ritiro a domicilio rivolgersi a Hera Forli’-Cesena numero verde 800.999.500 (attivo dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18 e il sabato dalle 8 alle 13) da telefono fisso; 199.199.500 da cellulare (telefonata a pagamento con costo come da contratto del cliente).
La legge finanziaria 2008 ha varato il provvedimento che finanzia al 100% la realizzazione di mini impianti eolici e impianti a biomasse fino ad 1 Mw.
Oggi realizzare un impianto domestico di produzione di energia elettrica dal vento (micro eolico) può rappresentare una grossa occasione per milioni di famiglie.
L’impianto si ripaga da sè grazie a un premio (30 centesimi per 15 anni) per ogni kilowatt prodotto che è addirittura maggiore di quello stabilito per i pannelli solari che producono elettricità.
Grazie a questo finanziamento del conto energia eolico i cittadini che installano sul tetto o in giardino un impianto di questo tipo hanno energia elettrica gratis e un premio che è superiore al costo dell’impianto e del finanziamento bancario, senza dover tirar fuori un euro.
Si possono installare anche impianti eolici piccolissimi con pale di diametro inferiore ai due metri sostenuti da pali di qualche metro con una produzione massima di un kilowatt.
Il costo di un piccolo impianto eolico che produce un kilowatt all’ora varia dai 2.500 ai 5.000 euro.
Un impianto di un kilowatt è in grado di coprire il consumo medio di una famiglia composta da tre persone.
Anche il settore legato alla produzione di biogas da biomasse di origine agricola con impianti di piccola taglia (1 Mw) è molto interessante e rappresenta una grande occasione per gli agricoltori, le amministrazioni pubbliche e le aziende per la gestione dei rifiuti urbani.
Un esempio, dalla coltivazione di un ettaro di sorgo da fibra (ciclo colturale: aprile – agosto) si possono ricavare circa 12.600 metri cubi di biogas (metano).
Dal blog FirenzeinBici
La nuova gestione del Ministero dell’Ambiente mi pare molto diversa dalla precedente: più sobria e allineata alle decisioni, a volte opinabili, degli altri ministeri.
La questione di oggi è l’impegno che l’Unione Europea si è presa per combattere i cambiamenti climatici. Dietro alla formula 20-20-20, la UE si è impegnata per il 2020 a ridurre del 20% le emissioni di gas serra, di aumentare la produzione di energia da fonti alternative del 20% e di ridurre i consumi del 20%: un impegno importante con ovvi obiettivi intermedi vincolanti per i Paesi membri (e senza obiettivi e penalizzazioni, chi ci si impegnerebbe?).
Da qualche giorno il nostro governo sta chiedendo di rivedere (al ribasso) questo impegno a causa della recessione e dei costi elevati (almeno così dicono) per il nostro Paese. Interviste rilasciate ad alcuni giornali tracciano una situazione di possibile distruzione dell’industria italiana a causa di questo impegno.
Io mi auguro, per me, per voi e per quelli che verranno dopo di noi, che non diano ascolto ai nostri governanti e che si vada avanti a tutta forza. Perché? Provate a fare un giro in centro: c’è gente in maglietta, bermuda e infradito, e siamo il 20 ottobre, non il 20 maggio. Cercate di ricordare quanti uragani si sono abbattuti sul golfo del Messico negli ultimi 2-3 mesi (e tutti con il fiato sospeso per la sorte delle piattaforme petrolifere, non per i poveri Haitiani).
Il protocollo di Kyoto è probabilmente un impegno troppo lieve per produrre cambiamenti in meglio, e ben venga la UE che porta avanti, unilateralmente, una simile decisione.
La difesa dello “status quo” produttivo è miope, perché guarda al subito e non al domani. Il petrolio, che lo voglia il governo o no, è destinato a finire, così come il carbone e l’uranio che, purtroppo, oggi è tornato di gran moda. Investire in nuove tecnologie e nuove fonti energetiche portano nuova ricchezza, senza contare l’occupazione generata per migliorare l’efficienza energetica degli edifici (dove si disperde gran parte dell’energia).
Per fare un altro esempio, la FIAT oggi vende il 70% delle auto benzina-metano che si immatricolano in Europa. Un auto a metano produce mediamente il 20% di CO2 in meno di una equivalente a benzina e fa risparmiare chi la usa: di chi sono gli interessi difesi dal governo?
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